di Dora Millaci
Come tutti ben sappiamo i bambini fanno tante domande, grande è la loro curiosità di conoscere, di apprendere e di sapere. Loro notano cose che magari noi adulti non vediamo; la loro semplicità li spinge oltre e non hanno quelle barriere mentali che ahimè, crescendo ci costruiamo.
Ed ecco così le famose domande con i tanti perché.
Mi è capitato più di una volta andando per strada, che qualche piccolo vedendomi facesse un’espressione interrogativa e sicuramente dentro di sé, si sarà domandato: “Come mai così grande è ancora sul “passeggino”?
Trattenendo a stento una risata, sorrido e saluto. Il genitore ricambia allo stesso modo e chissà, se dopo allontanandosi avrà dovuto dare spiegazioni, oppure lo ha zittito senza dare alcuna risposta.
Già perché per un adulto non è sempre facile esporre con parole semplici ciò che per i bambini è evidente e cioè: che la diversità esiste.
Esistono persone di colore diverso, bambini che non hanno tutti e due i genitori, esistono anche le malattie per quanto non le comprendano bene.
Notano le differenze fisiche, come il portare gli occhiali, l’altezza, il colore dei capelli etc.
Dobbiamo pensare che i bambini di oggi, saranno gli adulti del domani e pertanto, insegnare che la diversità è una ricchezza e non qualcosa da disprezzare, allontanare o averne paura, è essenziale.
Qual è il modo migliore per far capire queste realtà ad un bambino? Nella stessa maniera con cui si insegna loro che esiste il bene e il male e cioè, tramite le favole.
Questi sono mezzi utilissimi che educano, affrontano e promuovono le differenze e soprattutto l’accettazione del diverso.
Tra i miei vari scritti ho trattato questi temi, come per esempio nella favola: “Il campo di margherite e la vera bellezza” oppure nel libro illustrato più conosciuto: “L’orrenda creature di Nasilungo e altre storie” il cui ricavato va in beneficenza ai bambini autistici di Villa Laura di Torlino Vimercati. In questo volume si insegna come la diversità rende unici ma anche speciali; che non bisogna avere timore del “diverso”, non serve nascondersi al mondo ma occorre farsi accettare per quello che si è, perché tutti possiamo dare qualcosa al prossimo nonostante le proprie limitazioni.
Inoltre, fa capire quanto c’è da imparare l’uno dall’altro e che il mondo è meraviglioso proprio perché vario.