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barriere-ristorante-italiaccessibileNAPOLI. Intendo segnalarle l’ennesimo spreco di fondi pubblici, soldi dei cittadini napoletani sperperati. L’amministrazione comunale ha messo in atto una lodevole iniziativa nell’incentivare nuove imprese giovanili con un finanziamento a fondo perduto di 20.000 euro. Ma nel bando non ha fissato i parametri vincolanti l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Inoltre chi gode di questo finanziamento deve essere ancora più attento di altri imprenditori di esercizi aperti al pubblico sul rispetto dell’eliminazione delle barriere architettoniche.
La normativa italiana che impone ai privati il rispetto dell’eliminazione delle barriere architettoniche è vecchia di 25 anni e tutt’oggi è ancora disattesa. Infatti, la legge 13 del 1989 a Napoli è violata dal 99 per cento degli esercizi privati aperti al pubblico. Tutto questo a causa di una incapacità politica di programmazione di un piano di eliminazione delle barriere architettoniche sia dell’attuale giunta comunale sia di quelle passate.
L’incapacità nel redigere un serio e fattivo piano dell’eliminazione delle barriere architettoniche come previsto da diverse leggi nazionali (legge 41/86 articolo 32, legge 104/92) fa sì che gli esercenti commerciali che non rispettano le norme, mettano in atto inconsapevolmente, una vera discriminazione nei confronti delle persone con disabilità che non possono accedere ai negozi tra i quali bar, pizzerie, ristoranti, gelaterie, pub, eccetera. e pertanto sono emarginati.
Ciò che mi ha spinto a scrivere questa lettera a “Repubblica” è una circostanza specifica. Ho appreso che il giorno 5 di questo mese è stato inaugurato in via Sedile di Porto un nuovo ristorante, la prima impresa giovanile che ha goduto di un finanziamento di 20.000 euro a fondo perduto da parte del Comune di Napoli. All’inaugurazione in pompa magna vi erano il sindaco de Magistris, l’assessore Clemente, il questore, il comandante dei carabinieri ed il presidente dell’associazione antiracket Tano Grasso. Vorrei sottolineare che le istituzioni cittadine presenti, persone che sono fautrici del rispetto delle leggi, prese dall’entusiasmo della festa, non si sono accorte che il locale che stavano inaugurando non è a norma, in quanto non rispetta le cogenti prescrizioni del decreto ministeriale 236/89, inoltre viola la legge 18/09 ratifica della convenzione Onu 2006 sui diritti delle persone con disabilità. La giunta inoltre smentisce i propri atti in quanto ha ratificato la Convenzione Onu con propria delibera di giunta comunale, personalmente mi sembra assurdo ratificare una legge dello Stato in quanto deve solo essere applicata. Le sopraindicate autorità non dovrebbero identificare chi è responsabile di questa violazione di legge?
Inoltre il nuovo ristorante non essendo a norma viola anche la legge 67/06 sulla discriminazione delle persone con disabilità.
A questa lettera seguirà un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli affinché accerti se vi siano i presupposti di illeciti penali. 

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Luigi Montanaro,
presidente della associazione SuperAbile onlus


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Di Redazione di italiAccessibile

Responsabile del blog Pierpaolo Capozzi

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