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 “Io non riesco a passare” è un progetto realizzato interamente da alcuni studenti di Psicologia ( Università di Padova) sotto la guida del docente Alessio Vieno.

Il lavoro è ispirato ai principi della Psicologia di Comunità, in particolare quelli dell’inclusione e dell’integrazione, ed è atto a far conoscere le difficoltà che incontra un disabile in giro per la città, ovvero le cosiddette “barriere architettoniche”, quegli ostacoli invisibili per chi può camminare con le proprie gambe, che rappresentano però un limite invalicabile per chi invece è costretto a vivere su una sedia a rotelle.

A livello operativo, il progetto “Io non riesco a passare” si è articolato attraverso diverse fasi:

1) FASE FOTO. Muniti di macchina fotografica, gli studenti hanno cercato di catturare delle immagini simboliche il cui oggetto erano comuni luoghi del centro cittadino, “comunemente” ricchi di insidie, sotto indicazione di chi è effettivamente costretto a muoversi su una sedia a rotelle.

2) FASE MODIFICA. Gli studenti su ogni fotografia evidenziando l’ostacolo celatovi attraverso l’apposizione di una soluzione; ogni fotografia è stata poi esposta nel luogo in questione. In ogni cartello è stato aggiunto un provocatorio “ci avevi pensato?” in modo da suscitare un interrogativo razionale nella mente del lettore e, una conseguente riflessione che possa incidere sulla futura capacità di “visione” di ciascuno.

3) FASE PRATICA. Nelle giornate 29/05 e 10/06 gli studenti hanno girato per la città chiedendo alle persone di provare a muoversi sulla sedia a rotelle per capire quali zone fossero effettivamente di difficile percorrenza. Il tentativo è stato quello di improvvisare una sorta di “role playing” su strada, per spingere le persone nei panni di un disabile che, nell’impossibilità di proseguire su un percorso cittadino, deve trovare strategie alternative per giungere alla meta prescelta. Accanto a scene drammaticamente esilaranti, molti sono stati i momenti di riflessione sostenuti dall’incredibile entusiasmo delle persone che più che cortesemente collaborative, si sono dimostrate realmente interessate alla nostra causa.

Infine gli studenti hanno realizzato un video dal tono volontariamente buffo e un po’ ironico, con lo scopo di far conoscere in modo diverso il tema che trattiamo.

Con questo progetto gli studenti si propongono di mostrare che “la Padova che vorremmo” non è “solamente” una città priva di ostacoli, ma che è anche una città costituita da persone in grado di guardare criticamente il territorio, considerandolo come un fattore determinante del proprio benessere.

Un ambiente che discrimina silenziosamente le minoranze invisibili ( in questo caso, purtroppo, i disabili) pregiudica l’inclusione sociale dalle fondamenta, impedendo lo sviluppo di un reale benessere comunitario.

La visione critica, la capacità di guardare oltre ciò che ci circonda in un’ ottica propositiva nutrita di senso di appartenenza e la consapevolezza di poter modificare lo stato attuale delle cose, è un punto di partenza imprescindibile per l’emancipazione del cittadino, che può così muoversi attivamente per riappropriarsi di un territorio che non gli appartiene solo sulla carta.

Riteniamo che la diffusione del nostro lavoro sia un passo necessario, ma non sufficiente, per sollecitare la rimozione delle barriere architettoniche in città.

L’ obbiettivo è dunque quello di mostrare al nostro target di riferimento – tutti coloro che si sono imbattuti nei nostri cartelli o hanno preso parte alla fase di sensibilizzazione su strada e in generale tutti i cittadini – che la “Padova che vorremmo” è una comunità coesa in cui le iniziative collettive possono trovare un valido e concreto riscontro.

I partecipanti al progetto per l’Anno Accademico 2013/2014

Francesco Bacchin

Margherita Battistella

Simone Dal Monte

Silvia Dalò

Nura Ferraretto

Daniela Filipuzzi

Marika Lazzarin

Martina Mancuso

Melissa Reggiannini

Silvia Vitello

Flavio Zane

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Di Redazione di italiAccessibile

Responsabile del blog Pierpaolo Capozzi

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