Turismo accessibile accessibilità hotel

di Sofia Sowmya Riccaboni

Ogni volta che leggo di un evento sorge lo stesso problema. Prima ancora di vedere in agenda se sono libera o meno mi domando “ma sarà accessibile?”.
Vi assicuro che, nonostante siamo nel 2016, la cosa non è così scontata.

L’accessibilità interessa a tutti

Nella mia collaborazione con l’Associazione l’Ancora al progetto Viaggiare Disabili, ho collezionato tante di quelle risposte idiote che potrei scriverci un intero libro.
Si parte da quelli che alla domanda “scusi ma voi siete accessibili?” ti dicono “si siamo aperti ogni giorno dalle 8 alle 22 con orario continuato” e che ti lasciano inebetita al telefono a pensare “ma io ho non ho chiesto gli orari di apertura, boh”.
Poi ci sono quelli più furbi che prima di risponderti ti chiedono “scusi, cosa intende per accessibile?”, e magari riesci anche a farti capire, fino a sentirti dire, dopo tutta una spiegazione “ah no, non ci abbiamo mai nemmeno pensato”.
E anche in questo caso resti bloccata al telefono e ti chiedi “ma come? aperti al pubblico e non pensano che anche noi con una sedia a rotelle siamo pubblico?”.

Poi ci sono i più belli, quelli che sanno perfettamente cosa vuol dire, sanno che essendo aperti al pubblico dovrebbero essere adeguatamente forniti di pedana per l’accesso in caso di gradini o di alternativa entrata o di alternativa al superamento dei gradini e ti dicono “No, non siamo accessibili. Del resto non è mai venuto nessun disabile da noi”. Già. E come sarebbe potuto venire se non può entrare?
Ma ci sono anche quelli che riescono a farti incazzare. Quelli che alla domanda ti rispondono “No grazie non ci interessa”. Ecco. Questi riescono a tirar fuori la parte peggiore di me.
Proprio oggi un hotel a cui avevo chiesto disponibilità ad aderire al progetto Viaggiare Disabili, quindi a compilare un form dove ci davano le varie caratteristiche della struttura ha risposto così :

“le strutture ci comunicano di non disporre di un alto numero di camere disabili e ci informano quindi di non voler procedere alla collaborazione.”

Ecco voi capite che non ha senso. O meglio. Se ti chiedessi di spendere 10 mila euro e di pagare contanti avrebbe senso. Ma se ti sto chiedendo un preventivo per mandarti una coppia di persone disabili e per questo ti chiedo di farmi sapere come è fatta la struttura, che tu mi risponda in questo modo mi fa incazzare.
Confesso di essere stata tentata di rispondere con una mail infuocata e anche di alzare il telefono e di mandare il loro commerciale a quel paese, dopo averlo umiliato di brutto. Non l’ho fatto perché non avevo voglia di intossicarmi la giornata.

Siamo nel 2016 e ancora esistono persone, perché a prendere le decisioni sono persone non hotel o strutture, che nonostante siano attrezzate per ricevere e alloggiare disabili, ci evitano, manco fossimo appestati.
Ecco a queste persone non auguro nulla di particolarmente violento. Mi basta una caviglia slogata per una settimana, o uno stiramento muscolare che gli impedisca di fare i gradini, e di rendersi conto che oggi ce la fanno ancora a muoversi così ma domani non è detto. Ripeto, non è cattiveria. E’ realtà. Come dico sempre durante i corsi che tengo di accoglienza. Non tutti i disabili sono nati tali. Alcuni lo sono diventanti, per malattia o per incidente. E questo può succedere purtroppo a tutti.
Essere accessibili non deve essere una cosa che “non vi interessa”. Dovrebbe essere “un must”. Una di quelle cose da portare come fiore all’occhiello, che rende la struttura più apprezzata e quindi più ricercata.
Senza contare che come esiste la possibilità di recensire in positivo su diversi siti una struttura, nessuno e nulla mi vieta di segnalare con un commento che quella struttura non è interessata all’accessibilità. Dato di fatto che non può essere contestata e che rende il giusto valore in termini di quotazione della struttura stessa da parte del sito in questione.
Ecco, a tutti i miei contatti con disabilità chiedo un favore.

Se una struttura vi risponde male per quanto concerne l’accessibilità, andate su questi siti di censimento delle strutture alberghiere e segnalatelo. Non limitatevi a lamentarvi su Facebook. Scrivete e ditelo. Se volete potete segnalare ad ItaliAccessibile (italiaccessibile@gmail.com), oppure Viaggiare Disabili (viaggiaredisabili@gmail.com), cosi potremmo scrivere una recensione negativa. Ma facciamo sentire!

Di Sofia Sowmya Riccaboni

Mamma di tre figli, Dejan, Pamela e Andrea Chandra di 6 anni. Da settembre 2013 in sedia a rotelle, prima si pensava per colpa di un’ernia cervicale, alla fine si è scoperto essere per una forma di sclerosi multipla. Vivere la vita di mamma con tre figli su una sedia a rotelle non è semplice, ma non è impossibile. Si può fare, e molte mamme come me lo fanno ogni giorno. Viaggiavo per lavoro, viaggiavo tantissimo. E quindi ho creato il progetto “Viaggiare Disabili” con l'Associazione L'Ancora per sensibilizzare sulla tematica del turismo accessibile e della mobilità. E continuo a viaggiare per testare l'accessibilità nelle strutture turistiche spesso portando con me mia figlia.

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