di Maria Stella Falco

Libro Leggere la disabilità di Martina Naccarato

Vi segnaliamo, con un’intervista all’autrice, una recentissima pubblicazione, intitolata “Leggere la disabilità” (Gattomerlino, 2016), frutto della rielaborazione di una tesi di Laurea sul tema, molto caro a chi scrive, “letteratura e disabilità”. Le domande sono un po’ provocatorie forse, ma utili a far emergere l’importanza di un lavoro interessante ed esaustivo.

L’autrice, la ventottenne Martina Naccarato, laureata presso l’Università degli studi di Firenze, Corso di laurea in Corso di Laurea in Lingue e letterature europee e americane, ha presentato e discusso la sua tesi magistrale in Letteratura Comparata.

Relativamente al tema che ha affrontato, ha offerto quello che, pur senza averlo ancora letto, chi scrive giudica un lavoro interessante: chi scrive per motivi personali, nelle sue tesi di laurea, ha trattato lo stesso argomento, soffermandomi, però, solo sugli studi e sulle testimonianze italiane contemporanee a proposito di disabilità.

Che questa lettura sia per voi gradita e occasione per riflettere e arricchire le vostre conoscenze!

D) Ci parli brevemente di come è nata quest’opera e del suo contenuto?
R) Quest’opera è nata quasi per caso, ovvero, non è altro che la rielaborazione della mia tesi di laurea magistrale ed è il frutto di un accurato lavoro di collazione; infatti, sia la tesi stessa che il libro, si compongono di tre parti: la prima introduttiva e quindi più generica che parla della disabilità e dei vocaboli che si appartengono a questo “ mondo “, purtroppo, ancora poco noto; la seconda nella quale vengono analizzati romanzi, biografie ed autobiografie che, a loro modo, affrontano il tema della diversità, e nello specifico, dell’handicap. Infine, nella terza ed ultima parte del testo, sono contenute testimonianze di persone con disabilità che, nonostante le oggettive difficoltà quotidiane, non solo sono in grado d’inseguire i loro sogni, ma riescono a vivere a pieno la vita, e, lo fanno sempre con il sorriso sulle labbra.
D) Motivi la scelta del titolo? Perché “Leggere la disabilità”?
R) Credo che il titolo del mio libro sia bello ed appropriato, ma devo ammettere di non averlo scelto io, lo ha fatto la mia editrice.
D) Se si vuol parlare dell’opera, è inevitabile far riferimento alla tua tesi di laurea magistrale. Se fosse stato per te, non avresti affrontato questo tema nella tua tesi, perché?
R) Dati i miei studi di certo non avrei immaginato di dover parlare di disabilità e né avrei voluto farlo. Non perché mi crei problemi parlare di disabilità o perché non ho accettato la mia condizione, ma per sottolineare il fatto che a mio avviso, non è giusto che siano sempre e solo le persone con disabilità a parlare di handicap e delle difficoltà che esso comporta.
D) Per te è fondamentale evitare di strumentalizzare la tua condizione. Credi di averlo fatto, scrivendo questo libro?
R) Credo di non aver strumentalizzato la mia condizione, in quanto, ho cercato di parlare di disabilità come una persona interessata all’argomento e che, quindi di conseguenza, sa quello che dice, piuttosto che come qualcuno che, da sempre, vive questa realtà ogni giorno.
D) È altrettanto importante che la tua opera sia utile a chi la legge, chi vorresti che leggesse il tuo testo?

R) Ovviamente, come ogni scrittore più o meno famoso, gradirei che la mia opera si diffondesse il più possibile e “insegnasse”, o comunque trasmettesse qualcosa a tutti coloro che la leggono. Certo è che, nel caso di un testo specifico come questo, ci si augura che, non solo venga letto, ma perché no, anche studiato da persone di tutte le età, che desiderano scoprire qualcosa di cui la gente spesso si vergogna a parlare. Infatti, sarebbe davvero bello se studenti universitari, professori, fisioterapisti, psicologi, psichiatri cercassero di comprendere e soprattutto, di spiegare la disabilità attraverso un libro che ne parla apertamente, cercando di mettere in luce quelli che sono gli aspetti positivi di una condizione che, spesso, sembra solo di svantaggio.

Infine, permettetemi di sottolineare che vorrei che fosse più che altro la gente “estranea al settore “a leggere un testo come il mio.
D) Perché la gente dovrebbe leggere il tuo libro? Forse non tutti, come noi, sono interessati all’argomento.

R) Secondo me, prima di tutto, le persone dovrebbero leggere il mio libro per capire che la disabilità non è un tabù, ma bensì, qualcosa di cui si può e si deve parlare, e che qualsiasi tipo di “diversità “, può rappresentare una ricchezza, in quanto, non è altro che una caratteristica della persona che la possiede.
D) Come hai avuto la possibilità di conoscere la casa editrice che ha pubblicato la tua opera?

R) È stato l’autore di uno dei testi contenuti nella mia tesi di laurea, edito proprio da Gattomerlino, a presentarmi la mia editrice, che con tanto entusiasmo si è occupata dell’editing e a trasformato il mio lavoro in quella che oggi, con orgoglio, definisco la mia terza fatica letteraria.

 

Di Redazione di italiAccessibile

Responsabile del blog Pierpaolo Capozzi

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