INTERVISTA A GRAZIANO GALA, AUTORE DI “FELICI DILUVI” (MUSICAOS EDITORE, 2018) di Maria Stella Falco

Graziano Gala, nato a Tricase (Le), è docente di Lettere in una scuola di provincia nei pressi di Milano.
Prevalentemente con propri racconti brevi, ma anche con suoi elaborati poetici, dal 2012, partecipa e vince numerosi concorsi letterari regionali nazionali ed internazionali; ottiene pubblicazioni in opere collettive
A fine gennaio 2018 Musicaos editore pubblica “Felici diluvi”, la sua prima raccolta di racconti (brevi e sorprendenti), che prossimamente recensirò per ItaliAccessibile.
L’intervista all’autore riguarda principalmente la sua recente pubblicazione, ricca di spunti e riflessioni, messaggi positivi; la genesi e composizione delle sue opere, i “modelli letterari” che lo ispirano.

D. “Felici diluvi” è il titolo della tua raccolta, ma è anche il titolo di uno dei racconti brevi che comprende:
perché hai scelto/è stato scelto questo titolo per la tua raccolta?

R. Il titolo è venuto da una constatazione semplice e sincera: quando piove, quando si soffre, quando le vicende vanno poco bene si può decidere di rintanarsi sotto al proprio ombrello, di condividerlo o, addirittura, di cederlo. La condivisione del dolore, la sopportazione comune e solidale è una delle esperienze più intime provabili. La pioggia in compagnia fa meno paura.

D. Come hai conosciuto l’editore della tua opera?

R. Ho inviato i miei racconti ad alcune case editrici e tra quelle che hanno risposto Pagano (fondatore e proprietario della casa editrice “Musicaos”, ndr) si è distinto per serietà e coinvolgimento. Da qui quanto accaduto dopo. È stata una fortunata coincidenza.

D. Chi sono per te Pasquale Santoro e Cosimo Argentina? Perché li definisci “padri fondatori”?

R. Sono le indicazioni stradali quando mi perdo, le luci quando si fa buio, i modelli da tenere presenti nei momenti decisivi. Sono persone che si sono distinte e che si distinguono per vite e per carriere di spessore e di onestà. Conoscono una sola parola, non la tradiscono mai. Sono i miei padri: voglio essere un figlio degno e dignitoso.

D. Oltre a Santoro ed Argentina, quali altri autori sono stati “modelli letterari” per te?

R. Buzzati, Calvino, Benni, il Gavino Ledda di “Padre padrone”, Flaiano. Oltre, s’intende, ad Argentina.
Tra i novissimi Bonazzi e tra i futuri Donaera.

D. Definisci il tuo stile di scrittura. Definisci i tuoi racconti. Come scegli i temi, o gli episodi, i personaggi, dei
tuoi lavori?

R. Non scelgo niente, credimi. Sono situazioni che mi attraversano. Devo razionalizzarle, farle mie, riuscire a trasportarle. E per fare questo ho bisogno di trasformarle, di portarle nel mio mondo un po’ da bambini: i bambini sono i più seri di tutti, non ammettono tradimenti.

D. ItaliAccesible racconta la disabilità, perché dovrei recensire il tuo libro per il blog?

R. I miei personaggi sono degli imprecisi. Delle persone apparentemente scusabili e con tutte le scuse del mondo per non scendere in campo, per perdere a tavolino. E invece combattono. E ti mordono alla gola. Perché vogliono dimostrare che non esiste regola o normalità. Ma esiste la regola e la normalità propria di ciascuno, esclusiva e non calpestabile. I canoni, per quanto mi riguarda, possiamo gettarli nell’umido o nel sacco della plastica.

D. Che messaggio vuoi diffondere con la tua raccolta complessiva? Con ogni racconto?

R. Vorrei fare compagnia ai soli. A quelli che si sentono ultimi. Ultimissimi. Non sono storie di speranza le mie. Sono storie di dignità. E di seconde, terze, trentesime possibilità. Non conta sempre vincere. Conta giocarsela al meglio. Fino all’ultima goccia. Restando in piedi, saldi sulle gambe, con la testa che regge il peso della faccenda.

Di Redazione di italiAccessibile

Responsabile del blog Pierpaolo Capozzi

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